Oggi in primo piano su diversi quotidiani il grido d’allarme dell’Acer, l’associazione dei costruttori edili di Roma. Ecco alcuni titoli: “Una capitale malata di burocrazia”, “Sos capitale immobile. Edilizia, imprese dimezzate”, “La crisi dell’edilizia, in dieci anni ha chiuso il 40{3901f0aca61ea6b30077ea92dca175db12d7a37d91366b06f00fb8402a3a6509} delle imprese”. A Roma la crisi delle costruzioni ha portato alla chiusura di quasi quattro imprese edilizie su dieci tra il 2009 e il 2018 e ha dimezzato il numero degli operai (-53{3901f0aca61ea6b30077ea92dca175db12d7a37d91366b06f00fb8402a3a6509}), che sono oggi poco piu’ di 30 mila. Le aziende delle costruzioni di Roma sono passate in nove anni da 11.114 a 6.813 con un calo del 39{3901f0aca61ea6b30077ea92dca175db12d7a37d91366b06f00fb8402a3a6509}. La massa dei salari, negli stessi anni è passata da 502 milioni di euro a 285 milioni (-43{3901f0aca61ea6b30077ea92dca175db12d7a37d91366b06f00fb8402a3a6509}). Tra le cause di questa crisi l’eccessiva burocrazia che blocca lo sviluppo, non crea lavoro e non permette a Roma di attrarre investimenti. E’ questa la grande sfida da affrontare: liberare le persone e le comunità dal peso della burocrazia costosa e inefficiente! Bisogna cantierizzare tutti quei progetti che giacciono fermi nei cassetti della Pubblica Amministrazione. Certo, finché avremo al governo del Paese e di Roma il Movimento del ‘No’ a tutto sarà molto difficile. Ma per il bene nostro e soprattutto dei nostri figli dobbiamo lavorare per il cambiamento. Su questo tema prenderò presto una importante iniziativa in Consiglio Regionale.